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Fotoinvecchiamento: il sole e i suoi effetti sulla pelle
INVECCHIAMENTO CUTANEO
I processi che sono alla base dell’invecchiamento della pelle sono numerosi e complessi, i segni di degenerazione cutanea riguardano tutti i suoi strati ma sono soprattutto visibili a livello del derma.
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L'invecchiamento cutaneo si può classificare in intrinseco o estrinseco a seconda dei fattori che lo determinano.
Tra i fattori endogeni hanno importanza etnia, cambi ormonali, fattori genetici e tanto altro ancora. Mentre tra i fattori esterni troviamo la temperatura ambientale, l’utilizzo di farmaci, l'esposizione a sostanze chimiche, ma soprattutto l’esposizione alla luce solare.
Tra i raggi che provengono dal sole e colpiscono la nostra pelle, i maggiori responsabili dell'invecchiamento sono i raggi ultravioletti (UV).
La loro azione sulla cute è così marcata che quando si parla di invecchiamento cutaneo si fa distinzione tra foto-invecchiamento (dipendente appunto dagli UV) e crono-invecchiamento (dipendente da tutti gli altri fattori, soprattutto endogeni).
FOTO-INVECCHIAMENTO
Il foto-invecchiamento predomina sul crono invecchiamento e compare più precocemente, in alcuni soggetti predisposti geneticamente addirittura già durante l’adolescenza.
La pelle è in parte refrattaria ai raggi UV ma non del tutto per cui alcuni penetrano fino a derma e ipoderma.
Lo spettro dei raggi UV comprende i raggi UVA (320–400 nm), UVB (290–320 nm) e UVC (200–290 nm). Questi ultimi non penetrano nell’atmosfera pertanto non raggiungono la nostra pelle. I raggi UVA e UVB invece giungono fino a noi:
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i raggi UVA penetrano più in profondità nella pelle per cui inducono danni all’ipoderma,
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i raggi UVB si fermano all’epidermide e sono i principali responsabili delle alterazioni estetiche collegate all’invecchiamento.
Cerchiamo di capire cosa accade nella nostra pelle quando è raggiunta dai raggi del sole.
I raggi UV reagiscono con molecole note come cromofori. I cromofori della pelle sono DNA, acidi nucleici, acido urocanico, triptofano e tirosina, NADH, quinone, porfirine e flavoni.
Una volta assorbiti, i raggi trasferiscono la loro energia al cromoforo che si trova in uno stato chimico instabile e trasferisce elettroni ad altre molecole presenti generando radicali.
Il danno foto-indotto è quindi multiplo:
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diretto sui cromofori con alterazione della loro struttura e funzionalità
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secondario mediato dai radicali liberi che si vengono a formare.
I radicali sono infatti a loro volta molto instabili e reagiscono con diversi elementi cellulari alterando la loro struttura e funzione.
In particolare si vengono a generare radicali definiti ROS (specie reattive dell’ossigeno) che sono altamente dannosi per tutte le nostre proteine, acidi nucleici, lipidi, membrane cellulari e organelli cellulari.
Le alterazioni causate dai ROS scatenano nel tessuto il rilascio di mediatori dell'infiammazione e riducono le difese antiossidanti e immunitarie della cute stessa.
Inoltre molte delle proteine attaccate sono enzimi indispensabili per la sintesi della matrice cellulare e delle fibre del derma pertanto si ha perdita dell’integrità strutturale della pelle.
Quando il danno riguarda, direttamente o indirettamente, il DNA, si possono verificare fenomeni che sono un primo step verso la formazione di cellule tumorali. Inoltre lo stato infiammatorio che si crea porta all'inibizione della morte cellulare perciò si perde il controllo naturale sulle nostre cellule, in questo modo, a prescindere dai danni o meno al DNA, aumenta notevolmente il rischio di tumori.
L’azione dei raggi UV si manifesta con la comparsa di rughe profonde, pelle lassa, iperpigmentazione, secchezza cutanea, teleangectasie e progressiva atrofia del derma ma anche con manifestazioni patologiche acute o croniche come eritemi o, appunto, la carcinogenesi.
COME CI SI PUO' PROTEGGERE DAL FOTOINVECCHIAMENTO?
Ci sono diverse accortezze generali che possono aiutarci per ridurre il foto-invecchiamento:
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evitare di esporsi al sole nelle ore in cui i livelli di raggi UV sono molto elevati (es. mezzogiorno in estate)
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indossare vestiti protettivi (possono essere realizzati con tessuti sintetici che assorbono gli UV o essere trattati con sostanze che esercitano questa azione)
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potenziare le difese antiossidanti endogene tramite integratori alimentari o trattamenti cosmetici e dermatologici adeguati
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utilizzare prodotti come le creme solari che contengono filtri UV.
Questi filtri sono molecole (ne sono state approvate 17 in commercio) che possono agire con due diversi meccanismi: come un filtro fisico o come una barriera chimica.
I filtri fisici sono molecole inorganiche (es. ossido di zinco e diossido di titanio) che riflettono i raggi UV, le barriere chimiche sono invece molecole organiche che assorbono i raggi UV (es. ossibenzone). I filtri fisici sono più stabili e più sicuri per la salute, pertanto sono i più utilizzati.
Tutti i filtri solari sono poi classificati in base al loro SPF (sun protection factor o fattore di protezione solare), una misura che indica la loro capacità di bloccare i raggi UVB (ma non UVA).
La risposta al foto-invecchiamento non è però uguale per tutti, alcuni polimorfismi genetici ci possono rendere più o meno suscettibili all’azione della luce solare sulla nostre pelle.
E’ possibile analizzare questi polimorfismi genetici grazie al test del DNA GenoTest® Dermatologia & Estetica in modo da poter attuare, con l’aiuto di nutrizionisti e dermatologi, la strategia più adatta per proteggere la propria pelle non solo dai segni estetici dell’invecchiamento, ma anche da tutte le patologie che i raggi UV possono causare o favorire.
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Bibliografia: Acta Dermatovenerologica - Alpina, Pannonica et Adriatica, "Recent information on photoaging mechanisms and the preventive role of topical sunscreen products" 2020; 29:201-207, Lovre Pedić, Nives Pondeljak, Mirna Šitum
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Pubblicato in:
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