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IPERICO
IPERICO
L’iperico o erba di San Giovanni (nome scientifico Hypericum perforatum) è una pianta erbacea che cresce in tutte le regioni temperate del mondo.
E’ utilizzata come pianta medicinale sia per uso interno che per uso esterno da tantissimo tempo, veniva infatti già sfruttata dagli antichi greci.
Nella tradizione popolare si utilizza per trattare:
- ansia e depressione
- tagli e scottature
Recentemente poi studi scientifici hanno iniziato a dimostrare la sua efficacia per il trattamento di :
- cancro
- infiammazione
- infezioni virali e batteriche
- patologie neurodegenerative
- stress ossidativo
I PRINCIPI ATTIVI DELL’IPERICO
La pianta comprende una grande quantità di composti attivi, tra cui vanno menzionati i flavonoidi (rutina, quercetina e kaempferolo), i naftodiantroni, i floroglucinoli e l’olio essenziale.
I naftodiantroni comprendono ipericina, pseudoipericina, isofipericina e protoipericina. L’ipericina in particolare è una delle molecole attive dell’iperico più note.
Ai floroglucinoli appartiene invece l’altro principio attivo dell’iperico molto studiato: l’iperforina.
IPERICO E DEPRESSIONE
La depressione è un disturbo che si caratterizza per un'alterazione dei livelli di neurotrasmettitori, in particolare per una carenza di ammine come l'acetilcolina, la noradrenalina, la dopamina e la serotonina. Per questo i più comuni antidepressivi agiscono innalzando i livelli di queste molecole a livello delle sinapsi.
Visto il tradizionale uso come antidepressivo dell’iperico, diversi studi scientifici sono stati condotti per valutare la sua reale efficacia e il suo meccanismo d’azione.
Da tali ricerche è emerso che l’ipericina rappresenta il principale principio attivo antidepressivo del fitocomplesso e agisce con diversi meccanismi:
- stimola la circolazione sanguigna nei capillari a livello del sistema nervoso centrale,
- inibisce gli enzimi MAO A e B (enzimi coinvolti nella degradazione dei neurotrasmettitori amminici), in questo modo aumenta la concentrazione sinaptica di acetilcolina, noradrenalina, dopamina e serotonina
- regola l’attività della dopamina
- è un antagonista per i recettori di adenosina, benzodiazepine, GABA-A, GABA-B e inositolo trifosfato
L’effetto antidepressivo dell’iperico non dipende però solo dall’ipericina ma anche dell’iperforina. Questa molecola infatti si è dimostrata in grado di inibire il reuptake di serotonina, dopamina, noradrenalina, GABA e L-glutammato.
Diversi studi clinici sono stati poi condotti per valutare l’efficacia di preparati di iperico in pazienti affetti da depressione, confrontandone l’efficacia con placebo e antidepressivi. Sono numerose anche le revisioni sistematiche e le metanalisi di questi studi.
Le meta analisi più famose e accreditate sono forse quelle pubblicate da Linde e colleghi ovvero le Cochrane Reviews (Linde et al. 1996, 1998, 2005a; Linde, Berner, and Kriston 2009). In particolare nella review del 2009 sono stati valutati 29 trials per un totale di 5489 pazienti.
Secondo questi studi clinici l’iperico ha un effetto significativamente maggiore rispetto ai placebo e paragonabile agli antidepressivi in commercio per il trattamento di depressione lieve, moderata e grave.
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IPERICO E ANSIA
L’iperico è molto studiato per la sua azione ansiolitica, tramandata dalla medicina tradizionale, tuttavia ad oggi il mondo scientifico è diviso in merito alla sua reale efficacia per il trattamento dell’ansia. I risultati degli studi clinici condotti sono contrastati perciò, se da un lato è la pianta di prima scelta per trattare la depressione, dall’altro viene surclassato da piante come la valeriana per il trattamento dell’ansia.
Quello che è però molto interessante è che è in realtà in grado di dare azione sinergica con tantissimi ansiolitici naturali e per questo viene sfruttato nei prodotti in commercio per aumentarne l'efficacia.
IPERICO E INFEZIONI BATTERICHE E VIRALI
L’iperico è da sempre utilizzato nella medicina popolare per trattare tagli, abrasioni, e ferite grazie alle sue azioni antimicrobica e antinfiammatoria.
Come dimostrato da diversi studi, l’iperforina è in grado di inibire la crescita di diversi microrganismi (batteri sia gram+ che gram -) tra cui Staphylococcus aureus Meticillina e penicillina resistente.
Inoltre è stata anche dimostrata una attività antivirale di ipericina nei confronti di virus non capsulati, ad esempio dei virus dell’influenza. L’azione antivirale dell’ipericina si deve alla sua capacità di interagire con proteine virali e di impedire la fusione della membrana virale e cellulare.
L’azione antivirale del fitocomplesso è stata studiata e dimostrata in modelli animali e umani su diversi tipi di virus.
IPERICO E FERITE CUTANEE
Come già detto l’iperico si utilizza da millenni per trattare tagli, ustioni, scottature solari, abrasioni, contusioni, mialgie e via dicendo. L’efficacia del fitocomplesso in queste situazioni è stata dimostrata da diversi studi che indicano che la pianta presente, oltre all’azione antimicrobica già citata, effetto antinfiammatorio e di stimolo della formazione e differenziazione di nuovi cheratinociti.
IPERICO E PATOLOGIE ONCOLOGICHE
Iperforina e Ipericina sono anche state studiate per le loro proprietà anticancro.
Da studi in vitro è infatti emerso che queste molecole inibiscono la crescita delle cellule tumorali, i meccanismi con cui ciò accade sono diversi e sinergici, sicuramente una delle loro azioni è indurre l’apoptosi (termine con cui si indica la morte programmata) delle cellule cancerogene.
Anche studi in vivo si sono mostrati molto promettenti, per questo oggi la ricerca è orientata verso lo studio delle singolo molecole e del fitocomplesso di iperico per la sintesi di nuovi agenti antineoplastici.
IPERICO E NEURODEGENERAZIONE
Da analisi in vivo e in vitro è emerso che l’estratto di iperico contrasta la neurodegenerazione associata a Parkinson e Alzheimer. Tale effetto neuroprotettivo è dovuto a diverse azioni:
- Contrasta lo stress ossidativo. Il potere antiossidante è dovuto soprattutto ai flavonoidi
- Inibisce le MAO B (azione già vista in relazione alla depressione)
- Riduce l’attivazione degli astrociti
- Disgrega le placche di beta amiloide nel sistema nervoso centrale
- Migliora la trasmissione nervosa a livello delle aree che controllano la memoria.
L’effetto più importante dal punto di vista clinico dell’iperico è però il suo effetto nootropico (cioè di stimolo della funzionalità cerebrale) che riguarda tantissime funzioni del nostro cervello tra cui la memoria, la capacità di orientamento, la risposta agli stimoli, il ragionamento. Per questo oggi viene studiato per tante patologie tra cui la demenza e la sclerosi multipla.
IPERICO E INFIAMMAZIONE
H. perforatum è un potente agente antinfiammatorio che riduce i livelli ematici di enzimi pro-infiammatori, questa azione è particolarmente utile a livello gastrico, il fitocomplesso è infatti in grado di ridurre gravità e incidenza di ulcere gastriche.
Il meccanismo d’azione alla base dell’effetto antinfiammatorio non è del tutto noto, si ipotizza che i principi attivi dell’iperico agiscano come modulatori dell’espressione dei geni che determinano la sintesi degli enzimi infiammatori COX 2 e iNOS, e la sintesi del mediatore interleuchina 6.
Secondo altre ipotesi l’iperico agirebbe come inibitore di una serie di chinasi coinvolte nella trascrizione dei geni che codificano per prostaglandine infiammatorie.
Secondo ulteriori studi poi l’iperico sarebbe anche in grado di inibire NF-κB, un fattore nucleare coinvolto nelle risposte infiammatorie.
L’effetto antinfiammatorio è sinergico all’effetto antidepressivo e neuroprotettivo in quanto sia in caso di depressione che di malattie neurodegenerative a livello del sistema nervoso centrale si manifestano grandi fenomeni infiammatori.
IPERICO E OBESITA'
Secondo diversi studi l’iperico ha una azione anti-obesità.
Questa azione è dovuta alla variazione dei livelli di serotonina nelle sinapsi che determina una riduzione dell’appetito.
Studi recenti indicano poi che non solo l'iperico contrasta l’obesità, ma va ad agire anche sulle sue conseguenze, l’estratto della pianta è infatti in grado di ridurre la glicemia e la concentrazione di insulina e di leptina nel sangue oltre ai livelli di trigliceridi, aumenta invece la concentrazione plasmatica di HDL e di adiponectina.
Si tratta di scoperte molto recente perciò ulteriori studi sono necessari per valutare meglio questa azione, i dati sono comunque molto incoraggianti.
IPERICO E OPPIOIDI
Recentemente è stato scoperto che l’estratto di iperico riduce il dolore agendo sul recettore degli oppioidi senza causare astinenza. Partendo da questa scoperta i ricercatori si stanno oggi impegnando a studiare questa pianta come trattamente per curare proprio l’astinenza da oppiacei durante la disintossicazione.
GLI EFFETTI AVVERSI E LE INTERAZIONI FARMACOLOGICHE DELL’IPERICO
Nonostante sia generalmente sicuro, l’iperico può causare reazioni avverse o interferire con altre piante o medicinali.
Gli effetti collaterali più comuni, generalmente modesti e transitori, sono:
- disturbi gastrointestinali
- reazioni allergiche
- capogiri e confusione
- sonno non ristoratore, letargia
- bocca secca
- fotodermatiti ma solo in caso di iperdosaggio (l’ipericina è una molecola fotosensibilizzante)
In base alle pubblicazioni di Ernst (1998) e Schulz (2006) le segnalazioni di tali effetti collaterali (e la sospensione della terapia con iperico) in pazienti con depressione è pari al 2,5% delle reazioni avverse causate da altri antidepressivi, si tratta quindi di un trattamento molto più sicuro.
Più significative sono invece le interazioni dell’iperico con svariati principi attivi, tali interazioni sono dovute al fatto che il fitocomplesso di iperico induce la sintesi di glicoproteina P e di alcuni enzimi della famiglia del citocromo P450 (tra cui CYP2C9 e CYP3A4).
Solo per citare alcuni esempi ricordiamo che l’iperico interferisce con:
- Fexofenadina, un antistaminico usato per raffreddore e orticaria, a seconda della dose l’estratto di iperico aumenta o riduce la sua concentrazione plasmatica variandone l’effetto biologico
- Digossina e molecole cardio-attive digitaliche, la co-somministrazione con iperico fa aumentare i loro effetti collaterali
- Alcuni antitumorali come Imatinib. L’iperico ne aumenta l’escrezione ne riduce quindi la concentrazione plasmatica e l'efficacia
- Amitriptilina, un antidepressivo, anche in questo caso l’iperico riduce la sua concentrazione plasmatica
- ecc
BIBLIOGRAFIA
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