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Mascherine chirurgiche, FFP1, FFP2 , FFP3: Quali sono le differenze?
Mascherine chirurgiche, FFP1, FFP2, FFP3: Quali sono le differenze?
Uno dei più diffusi strumenti atti a limitare il contagio da Covid-19 sono le mascherine filtranti, di ogni tipo.
Perchè si usano le mascherine
Il loro impiego risponde all’esigenza di limitare il contagio limitando fortemente la quantità di agenti virali sospesi nell’aria (aerosospesi) e successivamente inalati dalle persone.
La protezione offerta dalle mascherine è garantita per via meccanica, grazie alla capacità degli strati di materiali filtranti con cui esse sono costruite, di trattenere particelle solide o liquide aerodisperse delle dimensioni simili a quelle potenzialmente infette.
Classificazione delle mascherine
A diversi gradi di efficenza filtrante e di perdita di tenuta verso l'interno delle mascherine facciali corrisponde un diverso grado di protezione, espresso appunto con i numeri 1,2 e 3 dove 1 è indice di minore protezione e 3 indica protezione maggiore.
Non dimentichiamo che la loro efficacia è subordinata al corretto modo di indossarle e portarle, ed al rispetto del tempo massimo di utilizzo.
La sigla FF sta per Semimaschera Filtrante mentre il resto della denominazione sta ad indicare il diverso grado di filtraggio di cui le mascherine sono capaci, in relazione alla dimensione delle particelle e delle sostanze nocive che la loro struttura riesce a schermare.
Norme, standard e leggi sulle mascherine
Le principali fonti normative atte a regolamentare il settore della protezione delle vie respiratorie da rischio biologico sono le seguenti:
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normativa europea UNI EN 149:2001+A1 (edizione maggio 2009)
Specifica i requisiti minimi per le mascherine utilizzate come dispositivi di protezione delle vie respiratorie (fatta eccezione di quelle destinate alla fuga)
Contiene inoltre le indicazioni circa le prove di laboratorio e le prove pratiche di impiego per la valutazione della conformità ai requisiti.
Classifica i dispositivi in 3 classi: FFP1, FFP2 e FFP3.
Clicca qui per scaricare la norma UNI EN 149:2001+A1 nel suo formato originale, in lingua italiana (versione del luglio 2010, ultimo aggiornamento alla data del 28 maggio 2020)
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Regolamento Europeo 2016/425 sui dispositivi di protezione individuale (in breve DPI)
Il regolamento 2016/425 indica specifi crtiteri di progettazione e fabbricazione dei dispositivi di protezione individuale (DPI) affinchè essi possano essere messi sul mercato europeo.
Al fine di garantire la protezione della salute e della sicurezza degli utilizzatori, stabilisce norme sulla libera circolazione dei DPI nell'Unione.
Salvo precise disposizioni da parte del produttore, tutte le mascherine sono monouso e, dopo il loro utilizzo, devono essere gettate nella raccolta dei rifiuti indifferenziati.
Clicca qui per scaricare il Regolamento Europeo 2016/425 sui dispositivi di protezione individuale (DPI)
Mascherine chirurgiche, FFP1, FFP2, FFP3: quali sono le differenze?
Mascherine chirurgiche
Le mascherine chirurgiche hanno lo scopo di evitare che chi le indossa contamini l’ambiente, in quanto limitano la trasmissione di agenti infettivi e ricadono nell'ambito dei dispositivi medici.Sono generalmente utilizzate dal personale sanitario per proteggere i pazienti. Il loro utilizzo, generalmente quindi non garantisce la protezione di chi le indossa contro un virus ma se sono indossate dal paziente contagioso, invece, impediscono che esso contagi chi si trova nelle sue vicinanze e che contamini l’ambiente in cui si trova.
Mascherine FFP1
Le mascherine FFP1 hanno una capacità filtrante del 78% e sono adatte al filtraggio di particelle fini e polveri di tipo non tossico (ad esempio: grafite, cemento, legno o silice) sono infatti prevalentemente usate nelle industrie tessili, falegnamerie, nelle catene di produzione alimentare ed in simili ambienti lavorativi, per difendere le vie respiratorie dei lavoratori da pericolose irritazioni.
Possono essere con o senza valvola e possono essere comparate alle cosiddette mascherine chirurgiche, in uso anche in ambito medico o ospedaliero perchè, schermando il volto del portatore, evitano la diffusione di materiale biologico, ma, seppur offrendo un utile barriera in più a chi le indossa, non sono in grado di promettere un’efficace protezione da un eventuale contagio virale, anche a causa della loro scarsa aderenza al volto.
Mascherine FFP2
Le mascherine FFP2 sono adatte a filtrare un numero maggiore di elementi ed anche particelle fini e tossiche come ad esempio i risultati di levigature metalliche, resine, polveri sottili come quelle derivanti dal taglio del marmo, fumi ed aerosol, muffe, funghi e virus. Ne esistono con o senza valvola e difendono dalle particelle cosiddette fibrogeniche, ossia potenzialmente in grado di provocare irritazioni del sistema respiratorio.
Esse sono adatte per la protezione da virus vengono infatti utilizzate anche in ambito sanitario. Attenzione: sono efficaci solo se indossate con precise procedure, se utilizzate nella maniera più corretta e portate per il periodo di tempo consentito, dopodichè sostituite.
Qual’è la differenza tra le mascherine FFP2, N95, KN95 e KF94?
Le mascherine denominate con questi codici sono costruite tutte nello stesso modo con quattro strati di tessuto non tessuto in grado di filtrare circa il 95% delle particelle di dimensioni maggiori di 0,3 micron; la differenza di codice è dovuta al paese di certificazione:
- N95 è il codice usato negli USA - certificazioni NIOSH-42CFR84
- KN95 è il codice usato in Cina - certificazioni GB2626-2006
- KF94 è il codice usato in Corea - certificazioni MFDS
- FFP2 è il codice usato in Europa (Regno Unito incluso) - certificazioni EN 149-2001
Cambiano leggermente anche alcune caratteristiche in quanto le KN95 e le N95 hanno il filtro ⋝ 95% mentre le FFP2 e le KF94 hanno il filtro ⋝ 94%
Attenzione: Si suggerisce di non usare questo tipo di mascherine con la barba per evitare la creazione di uno strato non protetto da materiale filtrante.
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Mascherine FFP3:
Le mascherine FFP3 offrono un’efficacia filtrante del 98%, e pertanto costituiscono la classe più alta di protezione delle vie respiratorie da rischi per la salute. Difendono da particelle molto sottili e pericolose come quelle derivate da piombo e amianto, così come da sostanze liquide e solide cancerogene, radioattive o che costituiscono un rischio biologico, come batteri e virus. Sono quindi quelle con il più alto grado di efficienza a livello di schermatura da agenti virali a trasmissione respiratoria, come il coronavirus.
Attenzione: La presenza di valvola è sconsigliata se ad indossare la maschera sono pazienti malati o potenzialmente malati perchè potrebbe permettere la diffusione di emissioni respiratorie e conseguenti eventuali contagi.
Ogni altra mascherina reperibile in commercio, diversa da quelle sopra elencate (come ad esempio le mascherine fai-da-te, ricavate con materiali di recupero e realizzate artigianalmente dalle sarte), non e' dispositivo medico ne' dispositivo di protezione individuale, può essere prodotta ai sensi dell'art. 16, co. 2, del d.l.. 18/2020, sotto la responsabilità del produttore che deve comunque garantire la sicurezza del prodotto (a titolo meramente esemplificativo: che i materiali utilizzati non sono noti per causare irritazione o qualsiasi altro effetto nocivo per la salute, non sono altamente infiammabili, ecc.). Per dette mascherine non è prevista alcuna valutazione dell’Iss e dell’Inail. Questa tipologia di mascherina non può essere utilizzata in ambiente ospedaliero o assistenziale in quanto, non ha i requisiti tecnici dei dispositivi medici e dei dispositivi di protezione individuale. Chi la indossa deve comunque rispettare le norme precauzionali sul distanziamento sociale e le altre introdotte per fronteggiare l’emergenza covid-19.
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