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Le Piante e la Medicina: Tutto quello che c'è da sapere sul potere curativo delle piante
Quando nel mondo della salute si parla di prodotti naturali si accende sempre un acceso dibattito, alimentato ulteriormente dal fatto che persone hanno una concezione sbagliata di ciò che è naturale e lo considerano come qualcosa di opposto al “chimico”. Questa idea è del tutto erronea in quanto tutto quello che ci circonda è chimico in quanto composto da atomi e molecole, anche noi siamo fatti di “chimica”.
La reale contrapposizione è invece tra prodotti costituiti da estratti di piante (o eventualmente derivati animali) e prodotti sintetizzati in laboratorio.
Spesso si sentono gridi di battaglia come "Il naturale è meglio" o, dall’altra parte della barricata, "Cosa vuoi che faccia quel prodotto? È a base di piante! Molto meglio la medicina".
In realtà questo è uno di quei casi in cui nessuno ha ragione.
Sicuramente i prodotti di sintesi, ovvero quei prodotti che contengono sostanze sintetizzate in laboratorio, hanno dei grandi vantaggi.
Solo per elencare alcuni basta considerare che sono costituiti da molecole pure e ben selezionate quindi quando si assumono si è certi di cosa si assume e in quale dosaggio.
Le molecole in questione agiscono con un meccanismo noto, spesso su uno specifico bersaglio all’interno del nostro organismo, e la loro formulazione è costante e riproducibile. Inoltre sono meno costosi e possono in alcuni casi avere un impatto ambientale migliore dei prodotti derivati da vegetali per i quali accade che vengano raccolte piante anche in via di estinzione.
Non bisogna però sottovalutare i prodotti naturali che rappresentano un importante supporto al mantenimento della salute e sempre più spesso vengono studiati dai medici moderni e introdotti nelle terapie.
Sfatiamo innanzitutto il mito che il prodotto naturale sia meno efficace o meno potente del farmaco di sintesi, consideriamo alcuni esempi.
La cicuta, pianta nota nei libri di storia per aver causato la morte di Socrate, è altamente tossica e nonostante all'apparenza assomiglia al innocuo prezzemolo, può essere letale se ingerita inconsapevolmente!
Se ancora non siete convinti della potenza delle piante, considerate il prossimo esempio.
Alcuni dei farmaci ad oggi utilizzati (che non mancano di efficacia ma che sono anche causa di importanti effetti collaterali) sono proprio derivati da piante, tra questi possiamo citare i farmaci Digitalici derivati dalla Digitale o gli antimalarici derivati dalla China.
Una volta appurata l’efficacia delle piante indaghiamo i loro possibili vantaggi.
Il principale punto a favore nell’utilizzo degli estratti vegetali risiede proprio nella loro complessità.
A differenza dei farmaci di sintesi che contengono specifiche molecole ben dosate, un estratto vegetale contiene tutta una pletora di molecole, non facilmente identificabili e sicuramente difficili da dosare, ma che hanno un effetto tra loro sinergico.
COSA SIGNIFICA?
Significa che nelle piante 1+1 non fa 2!
È noto ormai da tempo che l’effetto dell’estratto di una pianta è maggiore rispetto all’effetto della somma dei singoli principi in quanto i tantissimi componenti dell’estratto si influenzano a vicenda.
E questo non è vero per la potenza dell’effetto, ma anche per quanto riguarda gli effetti collaterali che sono, nella grande maggioranza dei casi, mitigati se si utilizza l’estratto vegetale rispetto al principio attivo di sintesi.
Tutti sappiamo ad esempio che l’aspirina (che contiene come principio attivo acido acetilsalicilico) è potenzialmente gastrolesiva e quindi si associa spesso a gastroprotettori.
Lo stesso acido acetil salicilico si trova in piante come il Salice o la Spirea Ulmaria.
Dato che la Natura è sempre un passo avanti a noi, all’interno di queste piante si trovano anche sostanze che proteggono lo stomaco dal pH acido per cui il loro estratto contiene già incorporato il “gastroprotettore” e di fatti risulta meno dannoso dell’acido di sintesi.
Altro punto a favore degli estratti vegetali risiede nella loro molteplicità di effetti.
Consideriamo l’Iperico, è una pianta nota per gli effetti antidepressivi ed antinfiammatori. Questo è un grande vantaggio in quanto le più recenti ricerche scientifiche dimostrano che alla basa della depressione clinica vi è anche una situazione di infiammazione neuronale. L’iperico quindi grazie al suo doppio effetto è assolutamente utile per i soggetti che soffrono di depressione lieve o moderata. Se si ricorre invece agli antidepressivi di sintesi è spesso necessario associare alla terapia un secondo farmaco antinfiammatorio.
Infine possiamo ricordare che all’interno del fitoterapico, tra le tante molecole attive, troviamo vitamine, minerali e fibre fondamentali per il corretto funzionamento del nostro organismo e che, a causa della sregolata dieta degli anni 2000, sono sempre più carenti in molte persone.
FACCIAMO UN'ALTRA CONSIDERAZIONE
Tra i prodotti naturali si annoverano gli oli essenziali. Si tratta di prodotti oleosi e volatili che si ottengono per spremitura o distillazione a partire da vegetali.
Nel corso della storia, per le loro importanti azione biologiche, gli utilizzi degli oli essenziali sono stati diversi e ad oggi vengono impiegati in tantissimi modi: ingeriti, massaggiati e quindi assorbiti tramite la pelle o semplicemente odorati!
Sembrerà strano ma ricerche recenti dimostrano la fondatezza scientifica di questo utilizzo.
L’attivazione dei vari recettori olfattivi stimola infatti diverse vie neuronali che controllano diverse funzioni dell’organismo: gli oli possono quindi avere un effetto rilassante, stimolante, di aumento della concentrazione e via dicendo.
I prodotti naturali sono quindi variegati e permettono di agire in modo non invasivo e più modulato sul benessere generale della persona.
Alla luce di quanto detto appare chiaro che medicinali di sintesi e fitoterapici non si escludono ma anzi dovrebbero coesistere e essere uniti in una terapia medica rivolta al benessere nella sua totalità.
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